Progettate di mollare tutto perché vi sentite oppressi? State per darvi allo shopping compulsivo da quanto vi sentite giù? Siete alla ricerca dell’ennesima scusa per saltare l’allenamento anche stasera, tanto a che serve? Fate la cosa giusta, andate al cinema!
Trash, si scrive immondizia e si legge energia, è un film diretto dal britannico (davvero?!) Stephen Daldry e girato a Rio de Janeiro. Una fiaba moderna, improbabile ma possibile, dolcissima e frenetica che vi tiene sospesi in ogni singolo istante, perché quello, proprio quello, potrebbe essere l’ultimo. Ogni primissimo piano desta il sospetto di un pugno, ogni salto allude a una caduta, ogni inseguimento anticipa un’eventuale pallottola. E quando succede o non succede ciò che vi aspettavate, l’emozione è totale: gioia, ansia, sollievo o orrore sono comunque mozzafiato.
Tre ninos de rua trovano nella spazzatura un portafogli e, pur non sapendo esattamente perché, sono determinati a non restituirlo. Nasce da qui un’avventura rocambolesca, il cui sottilissimo filo narrativo corre lungo eventi randomici, bugie, mazzette, prove e supposizioni, parentele inventate e amicizie inconfessate. Boss veri e miserabili popolano una crudele piramide di soprusi, missionari esausti non si perdono d’animo, esclusi dagli esclusi finiscono al centro dell’azione, veri cadaveri si accompagnano a finti fantasmi. Una carrellata di personaggi straordinari che, spesso inconsapevoli del proprio ruolo, compiono la magia della storia.
Trash inizia e finisce in un’immensa discarica, racconta la vera salvezza, quella che spunta fuori un attimo prima che si tocchi il fondo, e lancia un messaggio neorivoluzionario. Tutta la verità in una favola: non tanto dalle ideologie e dai proclami, quanto invece dalle piccole ostinazioni, dalle perdonabili ipocrisie, dai caratteri impossibili, dalle bravate incoscienti, e, molto spesso, dal puro caso nascono i grandi cambiamenti… meglio se a ritmo di samba.
Quindi sorridete, tenetevi stretto il portafogli e cominciate a ballare con le nostre note a pie’ di pagina!
I classici brasileiri vi aspettano in sala. Qui, su suggerimento del Maestro Antonio Pinto, autore della colonna sonora, la hit Guerrilla di Maxine Ashley orgogliosamente incastonata nel film: