Una in platea e una dietro le quinte, un’altra che ascoltasse i suoi monologhi, una che controllasse se davvero era così brutta come si sentiva quando i riflettori le si accendevano contro. Quella mattina, passando davanti allo specchio, alzò lo sguardo distrattamente, rispolverò la sua fantasia bizzarra e si sorrise. Fu due ore più tardi che si incontrò nuovamente, al piano di sotto, nel bar del teatro. L’altra era sola e si era cambiata. Indossava abiti sottili e sofisticati, sorseggiava un cappuccino e leggeva il giornale. La prima cosa che notò era che non aveva consapevolezza di lei. Le appariva glaciale, estranea, quasi ostile. Si fermò in ogni caso. Voleva conoscersi meglio.
Aveva sempre desiderato essere due.
